2 Agosto 2017
I disturbi del linguaggio sono oggi uno tra i motivi più frequenti delle consultazioni cliniche in età evolutiva. A segnalare un problema sono quasi sempre i genitori o gli/le insegnanti della scuola materna, che percepiscono le difficoltà del bambino nel comunicare i propri bisogni e nel farsi comprendere da coloro che non fanno parte della sua cerchia familiare ristretta, inclusi i coetanei.
Quando le difficoltà nell’acquisizione e nell’uso delle competenze linguistiche non sono attribuibili a una compromissione dell’udito o ad altri deficit sensoriali, a disfunzioni motorie e neurologiche o ad altre condizioni mediche patologiche (ritardo mentale, sindromi genetiche, ecc.), allora ci troviamo di fronte a quello che si definisce un Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL).
All’interno di questa categoria i manuali diagnostici in uso distinguono tre grandi raggruppamenti: 1. disturbi che riguardano solo la capacità di articolare correttamente i suoni del linguaggio e di combinarli adeguatamente per formare le parole, 2. difficoltà che investono anche la capacità di formare frasi ben strutturate; 3. disturbi misti che interessano non solo la produzione del linguaggio verbale, ma anche la sua comprensione.
Tuttavia, è ormai ampiamente documentato che lo sviluppo del linguaggio è caratterizzato sin dai primi anni di vita da una notevole variabilità nei tempi, nei modi e nelle strategie di apprendimento utilizzate dai bambini, in virtù delle complesse interazioni che si realizzano tra fattori biologici e risorse cognitive da un lato e fattori ambientali ed esperienze di vita dall’altro. Ne consegue che non sempre un lieve ritardo nella comparsa o nello sviluppo del linguaggio porta ad una diagnosi di DSL, anzi, in tanti casi potrebbe trattarsi di una condizione transitoria. Si stima che circa il 5-8% dei bambini in età prescolare mostri un ritardo nello sviluppo linguistico, di questi solo una percentuale variabile tra il 20-70% riceverà più tardi una diagnosi di disturbo di linguaggio.
Ciò che fa la differenza, in molte situazioni, è la scelta di rivolgersi ad un logopedista, che potrà dare alla famiglia le opportune indicazioni per supportare ed incrementare le interazioni comunicative del proprio bambino, migliorando il suo livello di sviluppo linguistico.
Ecco quali sono i principali indici e fattori di rischio che rendono consigliabile una telefonata al vostro logopedista di fiducia.
I bambini che presentano un ritardo nell’acquisizione del linguaggio tra i 2 e i 3 anni di età vengono definiti Late Talkers o Parlatori Tardivi e sono identificati attraverso due criteri: presenza di un vocabolario espressivo inferiore a 50 parole a 24 mesi e assenza di combinazioni di almeno due parole a partire dai 30 mesi. A ciò si possono aggiungere: mancanza di adeguate risposte al linguaggio altrui, difficoltà ad eseguire semplici ordini, persistenza di difficoltà narrative nel tempo anche in riferimento ad esperienze personali e significative. Inoltre, l’eloquio dei bambini con ritardi o disturbi di linguaggio tende ad essere spesso caratterizzato dalla presenza di molteplici distorsioni sul piano fonetico-fonologico: la sequenza dei suoni che costituiscono le parole pronunciate presenta alterazioni, con omissioni di fonemi, aggiunte, sostituzioni e distorsioni, che rendono poco intellegibile ciò che il bambino cerca di dire. Anche nello sviluppo normale del linguaggio i bambini fanno uso di processi di semplificazione delle parole, ma nei bambini con difficoltà significative tali processi possono protrarsi più a lungo del normale, oppure vengono introdotti processi atipici, che non ricalcano il normale andamento evolutivo.
Infine, tra i fattori di rischio che possono favorire il protrarsi delle difficoltà nel tempo ricordiamo: otiti medie ricorrenti nei primi anni di vita, stile interattivo dei genitori molto direttivo piuttosto che responsivo e familiarità per i disturbi del linguaggio o dell’apprendimento.
Se notate delle difficoltà nell’apprendimento di nuove parole o nella corretta pronuncia dei suoni o avete qualsiasi tipo di dubbio sul linguaggio del vostro bambino non esitate a contattare uno specialista; la scelta di rivolgersi ad un logopedista non significa necessariamente iniziare un trattamento, si può effettuare una valutazione del linguaggio anche solo per rassicurarsi sul normale sviluppo linguistico. Inoltre, placare le ansie dei genitori su un problema di linguaggio (al di là del fatto che questo sia reale o meno) aiuta a creare un ambiente più sereno in casa e a migliorare la comunicazione genitore-bambino.